A scuola contro gli stereotipi

Sono quello che voglio essere

by

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di lingua , di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

art. 3 Costituzione italiana

L’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce uno dei compiti prioritari e principali della nostra Repubblica: rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona.

Un compito difficile fatto di costanti sfide giornaliere.

E parlare di dignità sociale e di ostacoli è uno degli argomenti da affrontare anche in occasione della Giornata Internazionale della donna, perché non sia solo un giorno come tanti anche se colorato di giallo, profumato di cioccolata e carico di slogan, ma un giorno da cui ripartire per iniziare un cammino diverso.

Posso essere quello che voglio solo se

-non ci sono ostacoli ad impedirlo

-si hanno avute le possibilità di crescere e formarsi secondo i propri talenti e le proprie inclinazioni

Dietro a “Posso essere quello che voglio essere” c’è un percorso di consapevolezza e di valorizzazione della ricchezza del capitale umano di un intero Paese che, oggi più che mai, sembra procedere claudicante verso un incerto domani.

Dietro a “Posso essere quello che voglio essere” c’è un percorso di strade parallele che garantiscono davvero le pari opportunità, la vera uguaglianza e una sana crescita per tutte e tutti in ogni contesto e in ogni luogo.

Dietro a “Posso essere quello che voglio essere” c’è una scuola che lotta e che educa, consapevole di possedere quell’unico e prezioso antidoto capace di annientare gli stereotipi strutturati e quelli nuovi e nascenti, quelli stereotipi che condizionano i rapporti sociali e impediscono la libera realizzazione dei sogni e della personalità di ognuno in campo familiare, scolastico e sociale.

Quando una donna, una ragazza o una bambina rinunciano a un sogno, a un’ambizione o anche solo a un interesse, per la scuola, la società e il Paese intero è una sconfitta; tutti hanno perso in ugual misura uno straordinario potenziale.

Forse il vero messaggio da dare alla bambine dovrebbe essere proprio un messaggio di coraggio e fiducia : non c’è niente che tu non possa fare. Solo l’impegno può fare la differenza.

Posso essere quello che voglio https://www.unicef.it/diritti-bambini-italia/pari-opportunita/

Una scheda di lettura, adatta ad un percorso di italiano o di educazione civica, sull’origine della festa Internazionale della donna e per riflettere sui cambiamenti storici, sociali e politici che l’hanno determinata, ma anche ricca di attività per riflettere sugli stereotipi di ieri e di oggi e iniziare a pensare ad un cammino diverso.

Una miniserie di problemi al profumo di mimosa che richiedono competenze diverse. La tavola di controllo permette la verifica autonoma dell’attività.

Maria Montessori: educazione e pace

by

La politica può, al massimo, evitare le guerre, ma non può costruire la pace.

La pace, come vita creatrice dei popoli collaboranti, può essere costruita solo dall’educazione

M.Montessori

Riflettere sul nostro tempo e sulle persecuzioni di ieri e di oggi.

Riflettere sui diritti fondamentali dell’uomo, di ieri e di oggi

Riconoscere i gesti nobili e coraggiosi.

Educare alle emozioni, all’empatia e alla compassione vista nella sua più pura essenza morale.

Compassione come cum-passione; ovvero con quella capacità di avvertire la sofferenza dell’altro e di esserne ancora più feriti se consci del fatto che a causarla siano altri uomini.

La cum-passione contro l’indifferenza, contro il non vedere e il non voler vedere.

la cum-passione per prendersi tempo, tempo per riflettere non per sfuggire; tempo per vedere e riconoscere chiaramente colpe e conseguenze.

Presentare storie, storie vere, reali, di oggi e di ieri per creare cum-passione, per coinvolgere e per riflettere, per schierarsi dalla parte dei giusti, sempre.

Attività in classe

Nadia Nadim-una storia di coraggio e di trionfo

Nadia Nadim è  una ragazza afghana di 33 anni, oggi campionessa di calcio femminile con una storia molto difficile alla spalle da cui è riemersa vittoriosa grazie al suo coraggio e alla sua determinazione.

Ma la sua vita non è “solo” quella della campionessa; Nadia si è laureata in medicina ed oggi si sta specializzando per diventare chirurga; parla 11 lingue ed è una donna libera, intelligente, colta, e coraggiosa; proprio quello che i talebani non vogliono.

Nadia Nadim è ambasciatrice Onu ed è un simbolo di speranza per tantissime ragazze in difficoltà.

Il materiale stampabile per l’attività in classe prende spunto dalla storia a fumetti che racconta la vita di Nadia Nadim pubblicata su Internationa Kids del mese di febbraio, n41

Materiale stampabile

Parlare della Shoah attraverso i gesti nobili e coraggiosi di un’umanità silenziosa: “Il gelataio Tirelli”

by

…e decise di fare qualcosa di ancora più buono del suo gelato…”

Il gelataio Tirelli-Giusto tra le Nazioni” edito da Gallucci, è un libro per parlare di discriminazioni.

Ma non solo.

É un libro sul valore del coraggio, dell’amicizia e dell’aiuto reciproco.

É il racconto di una storia vera, quella del gelataio Tirelli, che negli anni trenta lasciò l’Emilia Romagna per emigrare a Budapest portandosi dietro l’amore e la passione per il gelato.

Gli anni corrono in fretta e Francesco Tirelli apre una bella gelateria dove bambini e bambine vanno sorridenti e festosi a mangiare il gelato.

Nel 1944 però a Budapest iniziaronono le persecuzioni e i sorrisi si fecero tristi anche sulle bocche dei bambini, anche con i gelati in mano…

Tirelli non ci pensò due volte.

Non pensò a sè, né ai rischi o ai pericoli.

Pensò solo agli amici, alla giustizia e alle assurde discriminazioni.

E allora fece una cosa ancora più buona del suo gelato: nascose più persone che poteva nel retrobottega della sua gelateria.

Il gelataio Tirelli torna così a vivere tra le parole del libro  a testimonianza di quanto il suo coraggio viva ancora oggi nei sorrisi dei nipoti di tutte quelle persone coraggiosamente nascoste nella sua gelateria .

Nel 2008 Francesco Tirelli, è stato insignito del titolo di Giusto tra le nazioni, l’onorificenza che viene assegnata a chi, non ebreo, ha salvato anche un solo ebreo dal genocidio. 

Musica e scuola; armonia e trascendenza

by

Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini…

Daniel Pennac

Daniel Pennac con il suo romanzo “Diario di scuola” trasforma la sua storia scolastica, fatta di insuccessi e delusioni, in un vero trattato pedagogico.

Nel romanzo, passato e presente si fondono dando vita ad una nuova visione di scuola: un passato di pessimo studente ( secondo gli standard), un presente di scrittore di successo e professore di lettere e al centro, non l’alunno come dovrebbe essere, ma la scuola fatta delle sue universali disfunzioni e vittima dei medesimi errori.

Ed ecco che ad ogni pagina, nello svolgersi della storia, si aprono finestre pedagogiche fatte non tanto di risposte, ma di riflessioni e domande, di disilluse analisi sui problemi che da sempre affliggono la scuola e sul ruolo che famiglia, genitori e media rivestono nel percorso scolastico di bambini e bambine.

In tutto questo emerge però una mai sopita voglia di scoprire, conoscere e imparare che guida ognuno di noi nel proprio percorso evolutivo.

Proprio quello stesso maestro interiore di cui parlava Maria Montessotri, quella dotazione innata che ci spinge ad osservare, ad interrogarci e a cercare risposte a meno che…a meno che la scuola non tarpi le ali ai tanti esploratori diversi e originali e non si ostini a proporre viaggi uguali per tutti…

Pennac, studente dell’ultimo banco, non ha mai dimenticato il “mal di scuola” e la fatica giornaliera di percepirsi irrimediabilmente inadeguato, ma non ha dimenticato nemmeno il giorno in cui un suo insegnante gli ha cambiato la vita affidandogli il compito di scrivere un romanzo…

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini“

Educazione alla pace: diverso come uguale

by

La sfida dell’educazione alla pace sta proprio nel creare le condizioni affinché il rapporto possa alimentarsi non solo nella simpatia ma anche nella discordanza e nella diversità

Daniele Novara

La pace non è assenza di conflitto, come erroneamente si pensa, anzi si riconosce come tale se è in grado di mantenere viva, positiva e costruttiva la relazione anche e soprattutto nella divergenza.

Ed è un esercizio costante quello che ci porta fin da piccolissimi a decentrarsi, a “mettersi nei panni di” per capire, provare, sviluppare empatia.

Pace non significa tollerare, ma costruire partendo proprio dalle differenze, dai contrasti e dalle divergenze .

La pace non è una condizione di immobilità, ma il risultato della continua ricerca di strategie e soluzioni che possano ricreare un equilibrio tra le parti.

La scuola è senza dubbio l’ambiente per eccellenza dove stando insieme, giorno dopo giorno, si impara a stare insieme.

All’interno del gruppo classe, bambini e bambine hanno infatti la possibilità di “esercitarsi” nella costruzione continua di uno stato di pace.

Le molteplici relazioni che i bambini instaurano con i coetanei all’interno del gruppo classe nei più diversi contesti e situazioni, offrono loro la possibilità di sperimentare sulla propria pelle e in modo concreto la necessità di ricercare equilibri per costruire una situazione di benessere per tutti.

Studio, ricerca, gioco libero, individuale o di squadra, attività di gruppo o collettive, di coppia o di tutoraggio, creative e ricreative rappresentano una vera palestra emozionale utile e necessaria non solo a sviluppare relazioni, ma per imparare a mantenerle in una ricerca quotidiana e costante di equilibri ed alleanze.

Contesti e relazioni, divergenze ed equilibri, contribuiscono a generare consapevolezza di se stessi e degli altri nel riconoscimento oggettivo delle reciproche differenze e punti di vista.

E in una società dove l’apparenza ha indubbiamente il suo peso, questo percorso di ricerca verso la consapevolezza di sé e degli altri non è mai scontato…

Attività

Gianni Rodari in “Pesi e misure” , con pochi versi e con la sua tipica leggerezza, pone l’accento non solo sugli stereotipi che determinano ruoli predefiniti fortemente sigillati in norme sociali, ma anche sul diritto dei bambini a crescere liberi da stereotipi per costruire una società non discriminatoria.