Alleanza educativa

Non un compito, un’occasione: fai volare il tuo aquilone

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La produzione creativa dei bambini è paragonabile ad un aquilone, leggero, capace di far sognare e di volare verso la perfezione , ma delicato e facilmente distruttibile

Gerardo Leo,Gianni Rodari, maestro di creatività 2003

Un compito speciale non solo per i giorni di vacanza, ma anche per una bella domenica di primavera…

Non un compito da svolgere con carta e penna, ma qualcosa di molto diverso: ho chiesto a bambine e bambini di far volare un aquilone con un messaggio di pace.

Perché?

Perchè l’aquilone ha lo straordinario potere di unire cielo e terra.

Perché so che mentre l’aquilone volerà, osserveranno il cielo con il naso all’insù per seguirne il volo e so che mentre lo osserveranno, affonderanno i piedi nella terra…

So che rideranno, cadranno e magari a volte si arrabbieranno anche perché magari l’aquilone non vola o non va troppo in altro come vorrebbero.

Poco importa; so che saranno lì, in un bel giorno di primavera a godere dei colori e dei profumi e che la natura ci offre; e so anche che saranno non da soli ma insieme ad altri, pronti a tessere nuovi ricordi e a fare nuove scoperte…

Scrittura di un messaggio di pace e costruzione dell’aquilone.

La leggenda dell’aquilone- lettura e attività

Una leggenda da leggere e ricostruire attraverso le immagini da abbinare alle parti di testo.

Un’attività per avviare al riassunto e alla rielaborazione.

CIM Aquilone – Creativ Drachen – Set completo per costruire aquilone 

Kit per la costruzione di aquiloni

Favole di Storie Fantastiche dal genio di Leonardo da Vinci

Storie brevi, dove le vicende della natura e degli animali, reali e mitologiche, aiutano a comprendere meglio la storia degli uomini. “La vera saggezza nasce dalla conoscenza della Natura e da una vita in armonia con essa.

Stacca e crea le invenzioni di Leonardo da Vinci

Un piccolo laboratorio per conoscere e costruire le macchine di Leonardo

Vorrei che tu fossi una donna-Oriana Fallaci

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Lettera a un bambino mai nato Oriana Fallaci

Un libro dedicato da una donna a tutte le donne per tenere vivo un dialogo che non deve interrompersi mai.

Vorrei che tu fossi una donna.

Una donna e il suo bambino, quello che deve ancora nascere, quello che sogna, che immagina e che inventa.

Sarai un uomo o una donna?

Vorrei che tu fossi una donna. Vorrei che tu provassi un giorno ciò che provo io: non sono affatto d’accordo con la mia mamma la quale pensa che nascere donna sia una disgrazia. La mia mamma, quando è molto infelice, sospira: Ah, se fossi nata uomo! Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicar l’assassinio di un uomo e di una donna. Nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e combinare guai.
Nei dipinti che adornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba: mai una vecchia coi capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell’Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiarano figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che la donna da cui fu partorito fosse un’incubatrice o una balia. Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante. E un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.
Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna.

Vorrei che tu fossi una donna a fare tutta la differenza, ma se nascerai uomo io sarò contenta lo stesso e affiderò a te un compito importante: combattere a fianco di tutte le donne perché finalmente siano libere.

Oriana Fallaci

Attività in classe

In un percorso dedicato all’educazione civica leggere il brano scritto da Oriana Fallaci stimola la riflessione sulle differenze di genere.

Il materiale scaricabile presenta anche un percorso di riflessione individuale sul pensiero dell’autrice e sulla nostra società.

Lettera ad un bambino mai nato

Le più belle storie di donne coraggiose

Racconti di ragazze coraggiose dai miti greci. Storie di ragazze coraggiose

Storie della buonanotte per bambine ribelli 

Sono quello che voglio essere

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Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di lingua , di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

art. 3 Costituzione italiana

L’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce uno dei compiti prioritari e principali della nostra Repubblica: rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona.

Un compito difficile fatto di costanti sfide giornaliere.

E parlare di dignità sociale e di ostacoli è uno degli argomenti da affrontare anche in occasione della Giornata Internazionale della donna, perché non sia solo un giorno come tanti anche se colorato di giallo, profumato di cioccolata e carico di slogan, ma un giorno da cui ripartire per iniziare un cammino diverso.

Posso essere quello che voglio solo se

-non ci sono ostacoli ad impedirlo

-si hanno avute le possibilità di crescere e formarsi secondo i propri talenti e le proprie inclinazioni

Dietro a “Posso essere quello che voglio essere” c’è un percorso di consapevolezza e di valorizzazione della ricchezza del capitale umano di un intero Paese che, oggi più che mai, sembra procedere claudicante verso un incerto domani.

Dietro a “Posso essere quello che voglio essere” c’è un percorso di strade parallele che garantiscono davvero le pari opportunità, la vera uguaglianza e una sana crescita per tutte e tutti in ogni contesto e in ogni luogo.

Dietro a “Posso essere quello che voglio essere” c’è una scuola che lotta e che educa, consapevole di possedere quell’unico e prezioso antidoto capace di annientare gli stereotipi strutturati e quelli nuovi e nascenti, quelli stereotipi che condizionano i rapporti sociali e impediscono la libera realizzazione dei sogni e della personalità di ognuno in campo familiare, scolastico e sociale.

Quando una donna, una ragazza o una bambina rinunciano a un sogno, a un’ambizione o anche solo a un interesse, per la scuola, la società e il Paese intero è una sconfitta; tutti hanno perso in ugual misura uno straordinario potenziale.

Forse il vero messaggio da dare alla bambine dovrebbe essere proprio un messaggio di coraggio e fiducia : non c’è niente che tu non possa fare. Solo l’impegno può fare la differenza.

Posso essere quello che voglio https://www.unicef.it/diritti-bambini-italia/pari-opportunita/

Una scheda di lettura, adatta ad un percorso di italiano o di educazione civica, sull’origine della festa Internazionale della donna e per riflettere sui cambiamenti storici, sociali e politici che l’hanno determinata, ma anche ricca di attività per riflettere sugli stereotipi di ieri e di oggi e iniziare a pensare ad un cammino diverso.

Una miniserie di problemi al profumo di mimosa che richiedono competenze diverse. La tavola di controllo permette la verifica autonoma dell’attività.

10 Febbraio-Giorno del ricordo

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Noi siamo quello che ricordiamo, il racconto è ricordo, il ricordo è vivere.”

Mario Luzi

Ricordare è, etimologicamente parlando, riportare al cuore.

Il ricordo riporta nel presente del cuore e del sentimento qualcosa che non è più qui o che non è più ora. O quantomeno non nella sua forma originale.

Qualcosa che, però, ritornando al cuore, ne riaccende tutto il sentimento restituendo al fatto originario tutta la sua concretezza in un percorso intimo che si fa nuova scoperta e conoscenza.

Il ricordo permettedi tornare indietro nel tempo e di ” consultare ” il passato, rivivendolo e interrogandolo.

Un ricordo può essere nostalgico o drammatico, ma dà sempre la possibilità di allargare lo sguardo e ampliare la riflessione.

Il distacco della distanza, di luogo o tempo che sia, permette alla riflessione di farsi maggiormente analitica e, parallelamente, di allargarsi a tutto tondo rendendo ognuno capace di cura e consapevole del proprio presente.

Un presente che non sboccia mai dal nulla, ma che affonda le sue radici profonde nel passato, protendendo le braccia verso il futuro.

Un futuro nuovo fatto di scelte consapevoli discernendo, tra le tante strade possibili, le sole veramente percorribili per una convivenza pacifica.

Ricordare non per scontrarsi e generare estremismi, ma per generare confronto e armonia.

Parlare delle foibe ai bambini non è certo facile.

Una pagina di storia tanto difficile e tanto orribile, da farsi difficilmente racconto.

Quella che si presenta è una strada tracciata nel solco del ricordo; ma un ricordo che non è guerra e che non è orrore; un ricordo fatto di tradizione e ricchezza; quella ricchezza che solo la diversità può dare.

Italo Calvino nelle sue Fiabe Italiane ci presenta due fiabe tradotte dal dialetto istriano e dalmata:

Bella Fronte e La corona del re.

La fiaba di Calvino si presta ad una lettura piacevole tutta da rielaborare e, volendo, può essere arricchita, da una pagina dedicata ai territori del ricordo presentati nei loro aspetti geologici, geografici e sommariamente storici.

La bambina con la valigia. Il mio viaggio tra i ricordi di esule al tempo delle foibe

Fiabe a cavallo. Fiabe italiane 

La costituzione per i bambini e altre filastrocche 

Montessorianamente libri

Montessorianamente SHOP

“La città che sussurrò”: una luce di speranza sulla bontà umana

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La città che sussurrò” di Jennifer Elvgren e Fabio Santomauro, Giuntina editore

vincitore del premio Andersen 2015 come miglior libro fascia d’etа 6/9 anni

Quella rivisitata nel libro “La città che sussurrò” è una storia fatta di coraggio e solidarietà, basata su una vicenda realmente accaduta durante la seconda guerra mondiale, quando in Danimarca un movimento di resistenza collettiva permise di mettere in salvo il 99% dei cittadini ebrei.

Nel piccolo villaggio di pescatori di Gilleleje ben 1700 Ebrei riuscirono a fuggire nella vicina Svezia, paese neutrale, grazie alla solidarietà di un’intera popolazione.
Un episodio che tiene accesa fino ad oggi la luce della speranza nella bontà umana.

Tramandare la Memoria raccontando di gesti nobili, alti e coraggiosi; raccontando dei tanti uomini e delle tante donne che si ribellarono al regime a costo della loro stessa vita per salvare persone esattamente come loro.

Tramandare la Memoria raccontando di tutti quegli eroi, tanti e silenti, che hanno agito in nome della giustizia e per la difesa della vita.

Lettura, riflessione guidata e attività sul racconto liberamente tratto dal libro “La città che sussurrò”.

La scheda con la rielaborazione del libro di J. Elvgren si presta sia ad una lettura collettiva che ad una lettura individuale.

Alla lettura segue un’attività di riflessione sul testo e sulle tematiche relative alla deportazione degli ebrei.

L’autrice offre una storia che, pur partendo dalla consapevolezza delle atrocità di cui la guerra è sempre portatrice, mostra una solidarietà e uno spirito di fratellanza tanto forti da andare oltre ogni differenza; una solidarietà ed uno spirito di fratellanza capaci di far sentire ognuno come parte del solito cosmo.

Una narrazione leggera come un sussurro, ma profonda come il mare che ci guiderà fino a vedere i 1700 ebrei che in una notte buia e silenziosa lasciano il piccolo villaggio di Gilleleje per arrivare in Svezia verso la tanto agognata salvezza.

Una storia che commuove per il coraggio mostrato all’unisono da tutti gli abitanti del villaggio, grandi e piccoli, ognuno per quello che può.

Una storia di speranza che racconta la possibilità di una via diversa da seguire, un’alternativa possibile fatta di tanti piccoli gesti gentili e tanto altruismo.

1. testo e domande per la riflessione sulle tematiche emerse

2. testo e domande per la riflessione e ampliamenti pluridisciplinari a tema ( geografici, matematici, di riflessione linguistica

Montessorianamente libri

SHOP: Materiali e attività didattiche Montessorianamente

L’importanza della lentezza e il ritmo umano

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Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare per riflettere, per non dimenticare chi siamo.

Luis Sepulveda

Quella della piccola lumaca di Sepulveda è una storia di coraggio, tenacia e volontà; una storia di scoperte e meraviglie che possono svelarsi solo a chi sa guardare oltre.

E la favola ci spinge proprio a questo: ad osare, ad alzare lo sguardo e a muoverci lentamente, molto lentamente, con tutta quella lentezza che ci permette di osservare e percepire sottili sfumature, riflettere e capire.

“Storia di una piccola lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”

La colonia di lumache si crogiola nella vita che scorre sempre uguale, secondo precise abitudini nella consapevolezza della lentezza e della fragilità che ne deriva.

Una sola lumaca tra le tante, si pone delle domande, troppe, secondo le più anziane del gruppo.

Vuole scoprire il perché della sua lentezza e non si accontenta affatto di chiamarsi semplicemente “lumaca” come tutte le lumache che conosce; lei vuole un nome tutto suo.

Quella piccola lumaca è capace di dire di no.

No alle abitudini della colonia, no ad una vita di rassegnazione, no ad una vita senza risposte.

E se è capace di dire dice di no, è capace anche di rinunciare.

Rinunciare alla sua tranquilla vita di abitante della colonia per andare in cerca di risposte.

Ribelle, questo sarà il nome che avrà tutto per sé, farà un lungo viaggio che cambierà non solo la sua vita, ma quella di altre piccole lumache e che, soprattutto spalancherà le porte verso un mondo diverso e ancora possibile solo se la solidarietà, il rispetto e la gioia di vivere resteranno i saldi baluardi di questa nostra umanità.

Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza; dalla lettura del testo alla comprensione e alla riflessione

La pedagogia della lumaca; festìna lente

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Forse dovremmo fare nostro un invito della cultura latina chiuso in un ossimoro dai contorni fantastici:

Festìna lente

affrettati lentamente

Non una contraddizione, se non quella forse più superficialmente evidente; piuttosto una sottigliezza.

Festina lente”, affrettati lentamente.

La tartaruga con la vela di Cosimo I de’ Medici

Una questione non solo sociale, ma squisitamente educativa.

E come ogni questione educativa, richiama all’attenzione il mondo della scuola perché possa farsi scuola nuova.

Un scuola i cui tempi sono quelli di ognuno e non quelli di tutti.

Una scuola dove il sapere si costruisce, anche se non sempre per le vie più veloci e conosciute.

Una scuola che non si limita a parlare, ma che sa ascoltare.

La pedagogia di Maria Montessori, pur nascendo in tempi in cui il senso dell’immediatezza e della velocità non erano dominanti e pervasivi come oggi, rappresenta l’emblema di un’educazione nuova e lenta, un’educazione a misura di bambino.

Nelle sue scuole il bambini erano al centro del processo di apprendimento e di educazione; niente e nessuno poteva scandire il tempo della giornata scolastica se non il ritmo e il fare di ciascun bambino.

Una scuola lenta, appunto. Una scuola che ribalta e rivoluziona l’intero impianto scolastico, di allora e di oggi ancora.

Dare occasioni. Forse è questo il punto. Dare occasioni, non compiti o nozioni.

Occasioni per connettersi con la natura e con il mondo esterno;

per prendere parte attiva al ciclo della vita con semplici attività di semina, raccolta e cura;

per conoscere e apprezzare il proprio territorio: passeggiando a piedi, osservando, prendendo nota e cercando risposta ai tanti perché

per utilizzare le mani nel senso più bello e proprio del termine: per sperimentare e provare, esplorare e costruire

per ipotizzare e sperimentare, per sbagliare e modificare;

per permettere apprendimenti autentici, efficaci, autocostruiti

Un’inversione di marcia: non velocizzare, ma rallentare.

Come? Perdendo e dando tempo.

Perdere e dare tempo per favorire un’educazione che non funzioni meccanicamente su ritmi imposti dall’esterno, ma che favorisca la ricerca di percorsi autonomi e personali in grado di sviluppare al meglio le potenzialità di ognuno.

La scuola lenta, quella della pedagogia della lumaca, è quella che sa tornare indietro e rallentare, restituendo ad ognuno tempo e dignità.

Facciamoci lumache, noi insegnanti, genitori ed educatori, assaporiamo e facciamo assaporare il gusto della lentezza.

Non velocizziamo. Diamo tempo.

Diamo tempo per parlare e raccontare; giornate, aneddoti, emozioni: Riassaporiamo il gusto dello stare insieme fatto di parole, gesti e cura;

Diamo tempo per scrivere; la fotocopia, veloce e istantanea, non permette certo di ascoltare il rumore della penna che verga il foglio, né tantomeno al gesto grafico di farsi più sicuro e fluido nella ricerca di una calligrafia che sia bella e personale;

Diamo tempo per disegnare; sicuramente richiede maggior impegno e concentrazione rispetto ad un mero disegno da colorare, ma ognuno avrà la possibilità di sentirsi unico e speciale;

Diamo tempo per prendersi cura di sé e di ciò che è intorno a sé; coltiviamo piante e fiori e prendiamoci cura di piccoli animali…

Diamo tempo per scrivere; non più messaggi, ma lettere per creare attese e aspettative

Diamo tempo per creare manufatti e sviluppare ingegno, creatività e senso estetico

Diamo tempo….

Il tempo e la sua misurazione:

Costruire catene. Di ricordi

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Tempo di feste, di giornate in famiglia, di ritrovi e di giochi.

Forse però sarebbe bello anche ritrovare una storia comune, quella che lega bambini e bambini, bambini e genitori, bambini-genitori-parenti e amici…

Un po’ come accade durante il rito del compleanno, lo scorrere del tempo, un concetto tanto astratto e intangibile, si concretizza attraverso il giro intorno al sole; oggetti e foto creano connessioni e danno allo scorrere del tempo concretezza e soggettività.

Durante le feste potrebbe essere proposto un gioco che si allontana sicuramente da quelli ricevuti, ma che genera emozione, ricordo e condivisione.

Cercare foto significative di famiglia che ritraggano persone e momenti diversi. Foto singole o di gruppo.

Porle all’interno di una scatola o, in alternativa, di un sacchetto.

Preparare una corda abbastanza lunga e un po’ di mollette.

Ogni giocatore pesca una foto, la mostra e racconta la sua storia: dove è stata scattata, quando, con chi e da chi, perché è stata scattata…

Ogni foto può anche essere analizzata alla ricerca di dettagli per arricchire il racconto.

I dettagli possono essere reali e coincidere con quelli fotografati, semplicemente ricordati o verosimilmente immaginati.

Ogni foto si arricchirà di aneddoti e particolari che legano persone, luoghi e momenti.

Ad ogni racconto prenderanno vita una pluralità di emozioni: quelle legate al momento originario, quelle che inevitabilmente suscita ogni ricordo, quelle del raccontarsi e del condividere…

Ogni foto raccontata può essere fissata sulla corda con le mollette, ma anche posate in terra lungo una linea.

L’ordine delle foto può essere quello cronologico o geografico.

Il gioco può essere proposto anche in classe: in una scatola si pongono gli scatti che hanno caratterizzato uno o più anni scolastici, di gruppo o singoli; gite, attività, spettacoli, uscite didattiche…

Ogni alunno pesca una foto e racconta il momento, il luogo e l’emozione; ma aggiungerà anche aneddoti e particolari che possono altro volta essere arricchiti da altri ricordati o percepiti da compagni e insegnanti.

Ricordare, raccontare e condividere l’emozione di un momento fissato in uno scatto crea connessioni, rinforza i legami e favorisce libera espressione scevra di timori e paure.

Un bambino vuole rivalutare il parco giochi della città e si attiva per farlo.

Tutto comincia con un pupazzo di neve…

Una serie di problemi che si presentano come una piccola storia, a lieto fine, ovviamente!

Macchina Fotografica Istantanea per Bambini

Manuale di fotografia per ragazzi. Ediz. a colori Copertina flessibile – Illustrato

Il mio terzo piccolo libro:Il Natale: Leggere con il metodo Montessori

Per un Natale ricco di…parole, giochi, numeri e colori

Scacchi di Memoria in Legno , Giocattoli cognitivi

Puzzle Tetris, Giochi Montessori, Regali Educativi per Bambini

Per un Natale tra magia, mistero e poesia

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Natale è nell’immaginario di tutti un tempo di serenità, un tempo dedicato alla famiglia, alla luce e ai colori.

Il tempo della pace e della favola, ma anche il tempo dei contrasti che si rendono sempre più evidenti e che, se non andassimo oltre sempre così indaffarati a vivere e rendere credibile la nostra favola natalizia, se solo ci soffermassimo un attimo ad osservare e ad ascoltare, allora il mistero del Natale potrebbe davvero farsi cambiamento e vita vera.

La splendida poesia di Laurence Housmann, “Mistero di Natale” sembra condurci virtualmente in uno spazio sospeso per regalarci una visuale più ampia in cui il contrasto prende vita.

Una lirica, appunto, che esalta i contrasti, ma che allo stesso tempo personificandoli, li rende capaci di nuove azioni e di possibilità: possibilità di cambiamento

L’augurio più bello, dunque: un Natale di pace, amore e luce. Per tutti.

Attività in classe

Presentazione di due poesie sul Natale, Housmann e Piumini, diverso il climax, diverso lo scopo, diverso lo spazio di riflessione.

L’attività guidata conduce bambine e bambini non solo ad una prima analisi testuale della poesia, con il riconoscimento di versi, strofe e rime, ma a riflettere sul messaggio che il poeta ha voluto lanciare.

Un messaggio che crea emozioni e riflessioni diverse e, perché no, può fungere anche da input per la creazione di poesia tutte nuove da scrivere e regalare.

Spunti editoriali

Non Smettere mai di Sognare: Storie ispiratrici di ragazzi unici e straordinari sul coraggio, la fiducia in sé stessi e il potenziale che si trova in tutti i nostri sogni 

Il canto di Natale: il vero valore del Natale: Versione ridotta e adattata del celebre romanzo di Charles Dickens per bambini dai 7 anni

Il mio terzo piccolo libro:Il Natale: Leggere con il metodo Montessori 

Per un Natale ricco di…parole, giochi, numeri e colori 

La grammatica? Una favola!: Il paese delle parti del discorso Maria Montessori

Rudolph dal naso rosso-una storia di fantastica diversità

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Rudolph, l’unica renna con il naso rosso.

La renna che quando si emoziona si accende, come una lampadina.

Rudolph la renna che fugge dagli altri per non sentirsi presa in giro.

Rudolph la renna che, sempre per il suo naso rosso, viene scartata perfino da Babbo Natale.

Sembra proprio che non ci sia posto per lei, da nessuna parte e con nessuno ma, a volte, tutto cambia e prende un nuovo aspetto

Così come la pietra che scartata dai costruttori diventa pietra d’angolo, Rudolph scartata da Babbo Natale viene da lui stesso finalmente riconosciuta come risorsa preziosa, l’unica capace di restituire al Natale tutta la sua magia.

Dalla fantastica renna dal naso rosso alle renne del Nord.

Un percorso in 6 carte dedicato alla scoperta di questi straordinari animali e delle loro peculiarità.

In un mondo che ci vuole secondo schemi preformati rispondenti a canoni sempre più determinati, la storia di Rudolph rappresenta davvero un faro nella notte capace di illuminare altre strade e di farci riflettere su quelle già percorse.

La storia di Rudolph è una storia che parla di diversità, una storia da condividere e raccontare.

Una storia di solitudine che si trasforma in coraggio e in una splendida rivincita che fa della diversità un bene prezioso per tutti.

Una bella storia dal sapore natalizio, da leggere, raccontare e condividere.

Una serie di problemi a tema scaricabili dal tasto download

Il più gentile dei paesi? Quello senza punta di Gianni Rodari

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Chi non ha letto le favole al telefono?

Quelle che il ragionier Bianchi, spesso in trasferta per lavoro, ogni sera raccontava alla figlia al telefono per la durata di un gettone.

Oggi il telefono a gettoni nessuno lo conosce più, ma il fascino di quelle storie, brevi e divertenti, educative  ma mai  pedanti, rimane sempre intatto.

Una morale che non cade mai dall’alto, ma che arriva dritta dove deve forse proprio perché sempre accompagnata dalla risata o dalla forza del paradosso.

Come non leggere, raccontare o ascoltare in questa giornata in cui tutti parlano di gentilezza, la favola de “Il paese senza punta?”

Spunti editoriali

Le più belle storie di Natale di Gianni Rodari. Ediz. a colori 

Favole al telefono -Goanni Rodari

Favole al telefono. Pocket. Ediz. illustrata

 I viaggi di Giovannino Perdigiorno. Ediz. a colori 

Fiabe lunghe un sorriso

La gentilezza fa la differenza

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13 novembre, giornata mondiale della gentilezza.

Strano che per riflettere sulla bellezza, sulla necessità e sul calore che un semplice piccolo gesto gentile porta con sé abbiamo ormai bisogno di una giornata dedicata…

La gentilezza parte dai piccoli gesti, un sorriso, uno sguardo o una mano protesa; perché così rara?

Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi
Bertold Brecht

Forse però riflettere aiuta e Bertold Brecht aveva indubbiamente ragione.

In realtà però sono quasi sempre quelle degli eroi le storie ad essere raccontate con più frequenza e maggior ardore…

E se è vero che la figura dell’eroe, solo e vincente contro tutti, è esaltante è anche vero che difficilmente ci sentiamo eroi.

Così finiamo per sentirci sempre più piccoli e a guardare gli eroi con gli occhi all’insù.

L’eroe non è la norma, è l’eccezione.

E nella norma invece cosa troviamo?

Se sappiamo guardarci intorno e soffermarci su ciò che accade, forse possiamo ancora ritrovare molti gesti gentili.

E un gesto gentile è capace di moltiplicarsi all’infinito.

Chi riceve un gesto gentile, ne percepisce tutto il benessere ed è più portato a fare un gesto gentile nei confronti di qualcun altro.

Molte sono le persone che con un semplice gesto gentile hanno fatto la differenza dando vita ad un contagio positivo in grado di invertire il senso di marcia …

Attività in classe

Parlare e sperimentare la gentilezza, ogni giorno, non solo il 13 Novembre.

Molti sono i giochi e infinite le proposte da fare.

Quella che presento, è la lettura di sette storie di gentilezza realmente accadute; storie di gentilezza fatte da persone comuni che hanno saputo contagiare e unire altre persone , dando vita a grandi cambiamenti.

Tra le storie presentate c’è quella del cuoco che abbandona il suo ristorante e apre una cucina sociale, quella del libraio che regala i libri ai bambini e quella dell’anziana signora che apre il suo giardino per dare rifugio agli animali abbandonati.

Storie per riflettere e rielaborare e fare, a nostra volta, la differenza.

Spunti didattici e non solo

Il seme della gentilezza. Ediz. a colori

Il venditore di felicità 

Il pacchetto rosso. Ediz. a colori

Il pacchetto rosso. Ediz. a colori

Anche il viaggio più lungo inizia con un piccolo passo

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Anche una strada lunga mille miglia, inizia con un passo

proverbio giapponese

La scuola sta per iniziare e con lei i viaggi; tanti almeno quanti sono i bambini, i ragazzi, gli insegnanti e i genitori…

Milioni di viaggi che si incastrano incredibilmente uno dentro l’altro.

Non pensiamo solo alla meta, godiamoci il viaggio insieme; passo dopo passo.

Buon anno scolastico a tutti!

Accoglienza: cura, dono e fantasia

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Sperimentare il dono per fare gruppo e creare benessere.

Donare è spesso più gratificante che ricevere; rinforza i legami, crea reciprocità e riempie di senso anche i più semplici gesti.

Si dona poco, spesso, tanto; si dona in infiniti modi diversi.

Si dona tempo e si dona ascolto; si donano amore, cure e attenzioni.

Si donano parole.

L’idea per il primo giorno di scuola è proprio quella di donare parole per costruire binomi fantastici e dare vita a innumerevoli storie.

Scrivere una storia non è questione di logica; per Gianni Rodari, scrivere una storia è questione di Fantastica.

E la Fantastica altro non è che quella straordinaria facoltà che rende simultaneamente fruibili immagini, ricordi, parole, ed emozioni che, combinate insieme, danno vita a qualcosa di assolutamente nuovo, inimitabile e personale.

L’idea per l’accoglienza è quella di creare storie grazie alle parole donate dai compagni.

Può essere donata la prima parola che viene in mente o una parola che riporta anche inconsapevolmente ad un’ emozione o ad un ricordo estivo.

Le parole, casualmente accostate, risulteranno tanto insolite da “costringere” l’immaginazione ad attivarsi in modo creativo per costruire relazioni nuove e originali che saranno la base per una nuova storia.

La parola singola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare.Non c’è vita, dove non c’è lotta

G.Rodari

Attività in classe

Leggiamo ai bambini una delle tante storie di Gianni Rodari nate proprio dall’accostamento di parole legate a campi semantici diversi, una tra tante “La strada di cioccolato” nata proprio dall’accostamento di due parole appartenenti a campi semantici totalmente diversi: strada e cioccolato.

Le parole vengono solitamente unite da preposizioni per creare in modo immediato una relazione.

Possiamo invitare i bambini a immaginare le possibili relazioni e le storie probabili.

Ogni relazione ne suggerisce una, e non necessariamente logica, anzi, il nonsenso può restare tale e dare origine a divertimento e a nuove curiosità tutte da sperimentare . 

Con le parole strada e cioccolato, ad esempio, avrebbero potuto nascere storie diverse nate da legami diversi: la strada per il cioccolato, la strada nella cioccolata, la strada della cioccolata, la strada con il cioccolato, la strada sul cioccolato…

Ogni relazione genera una scintilla creativa che suggerisce l’idea della storia.

A questo punto può essere proposta l’attività.

Consegniamo ai bambini due cartellini e chiediamo loro di scrivere una parola su ognuno.

Possono essere nomi di animali, di luoghi o di cose.

Non ci sono limiti.

I biglietti, accuratamente piegati, vengono donati a due compagni diversi.

Le idee e le suggestioni si mischiano e le storie prendono forma.

Le storie, immaginate, narrate e poi scritte, possono trovare spazio in una piccola raccolta, che segnerà l’inizio di un un nuovo anno scolastico.

Un nuovo anno iniziato con il dono di una suggestione tutta chiusa dentro una parola.

La raccolta di storie, può poi passare di mano in mano e diventare non solo lettura e condivisione, ma farsi ricordo di momenti dolci e divertenti, di sorrisi, volti e gesti…

Spunti editoriali

Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie

Lezioni di Fantastica: Storia di Gianni Rodari 

Lezioni di Fantastica ricostruisce la vita di G.Rodari, dalla politica, al giornalismo, alla passione educativa, alla scrittura e alla letteratura sottraendolo allo stereotipo dello scrittore ‘facile’. Un uomo il cui gioco di invenzioni e parole, come ha scritto lui stesso, «pur restando un gioco, può coinvolgere il mondo».

Favole al telefono 

 I paesi visitati da Giovannino Perdigiorno, la minuscola Alice Cascherina, i personaggi anticonformisti e gli eventi imprevisti, le strade di cioccolato e i palazzi di gelato… per divertirsi, riflettere e inventare.

Fiabe lunghe un sorriso

Sulla via della creatività ie seguendo il piacere della lettura, Gianni Rodari sa sapientemente indicare le strade della tolleranza e le vie dell’amicizia, della giustizia e della condivisione

La Natura è maestra

by

La natura è un grande mezzo per liberare lo spirito. La natura è fonte inesauribile di bellezza; è fonte di ispirazione. Tutto ciò che l’umanità può creare, tutte le opere di arte e scienza, sono in qualche modo frutto dell’ispirazione derivante dalla natura.

Maria Montessori

La natura è maestra.

Tutto l’approccio pedagogico di Maria Montessori, ruota attorno al bambino e al suo ruolo di attivo protagonista nella costruzione del proprio percorso di sviluppo e apprendimento.

Ed è proprio in virtù di tale ruolo attivo che gli apprendimenti risultano autentici e duraturi; conquistati, non raggiunti.

Il mondo della natura con Maria Montessori entra prepotentemente nelle aule, o meglio le aule entrano prepotentemente nel mondo della natura che diventa così, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.

Nessun ambiente può offrire la ricchezza di opportunità di sviluppo e apprendimento che possono offrire la semplice esposizione e la spontanea e libera esplorazione della Natura.

Le esperienze e gli stimoli sensoriali possibili sono infiniti e legano inscindibilmente l’apprendimento al senso di scoperta e meraviglia.

La natura è maestra dunque perché offre un ambiente ideale per stimolare i sensi, promuovere l’esplorazione e l’apprendimento attivo, sviluppare la connessione con il mondo naturale e favorire lo sviluppo armonioso dei bambini sotto molteplici aspetti:

  • Stimolazioni sensoriali: suoni, i colori, trame e texture…
  • Curiosità e scoperta: curiosità, mistero e meraviglia; la natura suggerisce a chi la osserva infiniti percorsi per l’esplorazione autonoma favorendo un apprendimento attivo e auto-diretto.
  • Connessione con il mondo : attraverso l’interazione con la natura si svelano/rivelano le infinite interconnessioni che rendono possibile ogni forma di vita; il riconoscimento del proprio ruolo all’interno della stessa rete di interconnessioni aumenta il senso di consapevolezza e di responsabilità nei confronti dell’intero ecosistema di cui tutti siamo parte.
  • Libertà di movimento e gioco: gli spazi aperti offerti dalla natura permettono libertà di movimento e, di pari passo, consentono l’esercizio fisico e lo sviluppo di abilità motorie. Il gioco all’aperto favorisce anche la creatività e l’immaginazione.
  • Apprendimento pratico: raccolta, identificazione e classificazione di piante, pietre, cortecce, conchiglie…; osservazione diretta di animali; attività agricole e di cura…tutto contribuisce a promuovere un apprendimento diretto ed esperenziale per una comprensione concreta e profonda di concetti e connessioni.
  • Calma e riflessione: un ambiente tranquillo e rilassante favorisce la riflessione e la concentrazione. Trovare uno spazio tranquillo per leggere, uno speciale punto di osservazione o più semplicemente ancora per stare con sé stessi è un’esperienza sempre più rara e necessaria.

In un seme

I semi sono l’emblema perfetto della vita: hanno infinite e sorprendenti forme, sono avventurosi, intelligenti, generosi, sanno spostarsi e adattarsi all’ambiente, difendersi e fare amicizia con molte specie viventi.
Un seme, piccolo o grande, contiene tutto ciò che serve per vivere

Beti potto

Alla ricerca di biodiversità

Raccontare la biodiversità a attraverso i semi.

Cercare le loro “case” e poi cercare loro.

Trovarli.

Osservarne attentamente le differenze.

Differenze di colore, dimensione, forma.

Semi che si mangiano e semi che germogliano dando frutti e piante.

Semi e semina.

Esperienza concreta per riappropriarsi della Natura, del contatto con la Terra, con gli alberi e con l’aria aperta.

E poi…attesa.

Attesa di vita che germoglia.

Spunti editoriali

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie

Un libro scritto da Beti Piotto, agronoma esperta di biodiversità e illustrato da Gioia Marchegiani, esperta disegnatrice di natura.

Piano piano… Osservare la natura per vivere senza fretta.

Tutt’intorno a noi la natura compie miracoli. Ogni giorno, ora dopo ora, magiche trasformazioni avvengono davanti ai nostri occhi…

Ci vuole tempo. La storia dell’evoluzione raccontata da un sasso

Piccola guida a insetti e altri piccoli animali

Sei zampe e poco più. Una guida pratica per piccoli entomologi

Sei zampe e poco più sono tutto quello che serve per fare un insetto. Eppure con questi semplici ingredienti in natura si sono evolute milioni di specie diverse, in ogni clima e continente…

L’albero. Guida pratica e poetica alla vita arborea

Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi.