Scaffale di classe

Maria Montessori, un nuovo modello di donna

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8 marzo; parlare di donne, oggi come ieri, proprio come fece lei…

Io non sono famosa grazie alla mia abilità o alla mia intelligenza, ma per il mio coraggio e la mia indifferenza nei confronti di tutto

Maria Montessori

Maria Montessori è stata la terza donna italiana a conseguire una laurea in medicina. 

La sua tesi, discussa il 10 luglio del 1896, era centrata sul suo “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”.

La scelta stessa dell’argomento denota da subito una personalità diversa, nuova; quella di una persona che vede oltre e che sa lottare per arrivarci.

Nella sua tesi, la giovanissima M. Montessori, cercava di definire in termini clinici le allucinazioni, aprendo una breccia su un mondo allora oscuro e nascosto: quello della malattia mentale.

Anche da uomo la sua impresa sarebbe stata titanica, ma lei era una donna e correva l’anno 1896.

Parlare di malattia mentale, del lato oscuro della medicina e farlo da donna era davvero qualcosa di inaudito o, quantomeno, di estremamente coraggioso in un contesto storico-sociale che vedeva proprio nella donna un’associazione stretta con la follia.

Nel XIX secolo, infatti si riteneva che i comportamenti folli si originassero nell’apparato riproduttivo femminile e precisamente nell’utero.

Il lavoro, l’impegno, le argomentazioni e il coraggio di Maria Montessori non passarono inosservate; Maria Montessori si laureò con un voto di 105/110 e si trovò catapultata inuma mondo dove non era più solo Maria Montessori, ma un nuovo modello di donna.

Il passaggio fu breve e l’impegno, quello che la contraddistingueva, sempre alto e costante.

Poco tempo dopo Maria partecipò su invito al Congresso sui Diritti delle Donne di Berlino in rappresentanza del suo Paese, l’Italia.

I suoi tre interventi furono incisivi e toccanti e affrontarono lucidamente i problemi delle donne:

il lavoro femminile, il diverso trattamento sul posto di lavoro tra uomini e donne e il diverso trattamento economico:

Parlo in nome di sei milioni di donne italiane che lavorano in fabbrica e nei campi per diciotto ore al giorno, ricevendo la metà dello stipendio riservato agli uomini per svolgere lo stesso lavoro, se non inferiore» 

Coraggio e determinazione erano indubbiamente i suoi caratteri distintivi ed è con coraggio e determinazione che M.Montessori denuncia la condizione femminile del tempo e la condizione educativa cui sono costretti i bambini.

Una denuncia, quella della Montessori, mai fine a se stessa, ma rigorosa e scientificamente supportata, sempre.

Una sensibilità non comune quella che la porta a sviluppare un più che vivo interesse per l’infanzia; un’infanzia violata, costretta, sminuita della sua spiritualità e ostaggio di un mondo rigorosamente adulto.

Il suo lavoro come assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma la vede impegnata nel recupero dei bambini e bambine con problemi psichici e all’elaborazione sempre maggiormente definita del suo credo pedagogico che vede nell’educazione la chiave di volta per  uno sviluppo sano ed equilibrato.

La condizione di vita dei bambini all’interno dei manicomi è qualcosa che sicuramente smuove la parte più profonda del suo animo; animo di medico e di donna.

Una donna, Maria, dalla straordinaria sensibilità.

Visionaria?

Per molti; sicuramente per tutti coloro che rimanevano chiusi nei tanti castelli del pregiudizio, dello stereotipo, dll’indifferenza e dell’assurdità…

Una donna forte, leale, giusta. Una donna costantemente in cammino verso qualcosa che pochi ancora vedevano e che, forse, ancora oggi, molti non vedono…

Forse è per tutto questo o per ancora molto di più che, in occasione di un viaggio negli Stati Uniti nel 1913, il New York Tribune definì Maria Montessori come «la donna più interessante d’Europa». 

Attività in classe

Lettura dell’albo illustrato “Mimosa in fuga” e conversazione guidata sui temi che riguardano la condizione della donna nel mondo; ieri e oggi.

Spunti editoriali:

Montessori, perché no? di Grazia Honegger Fresco

Il volume offre scritti inediti di Maria Montessori, testimonianze di discepoli, amici, studiosi di fenomeni formativi, personaggi di cultura, resoconti di sue iniziative e realizzazioni nei vari luoghi in cui è trascorsa la sua esistenza, documentazioni di scuole montessoriane sparse nel mondo e frequentate da bimbi piccoli e adolescenti. Filo conduttore del libro sono le idee della pedagogista, scandite secondo l’ordine evolutivo dell’individuo, colte e lette nella loro vitalità, presentate nelle variazioni progettuali e istituzionali che hanno suscitato.

Maria Montessori, una storia attuale

Maria Montessori non fu certo una donna comune. Capace di destare le più entusiastiche adesioni e le critiche più malevole, fu oggetto al suo tempo di illazioni, maldicenze, pettegolezzi e, ancor oggi, il suo senso di libertà e le scomode novità del suo pensiero suscitano reazioni contrastanti. Si ripercorrono qui le tappe della sua vita: dagli anni della formazione, segnati dalla difficoltà di essere una delle prime donne medico in Italia, all’esperienza dolorosa della maternità nascosta; dalle lotte femministe, che fondano in lei un nuovo senso di giustizia sociale e una nuova consapevolezza del ruolo della donna, all’impegno a favore dei bambini svantaggiati fino al suo innovativo progetto pedagogico, basato sulla valorizzazione delle risorse e della libertà del bambino.

Mimosa in fuga

La mattina di un 8 marzo la piccola mimosa Mimì decide di scappare: perché è stanca di essere trattata come un regalo e vorrebbe invece essere un simbolo, il simbolo fondamentale della storia del femminismo e delle conquiste delle donne. E proprio in quella fredda mattina, un incontro inaspettato permetterà a Mimì di realizzare il proprio desiderio e di consegnare il suo messaggio più importante a una bambina.

Libere e sovrane, le donne che hanno fatto la costituzione

Un libro dedicato alle ventuno donne «libere e sovrane» che per prime nella storia d’Italia intervennero nelle decisioni politiche sul futuro del paese. Insieme, contribuirono con slancio ed energia a scrivere la nostra Costituzione e a renderla anche la Costituzione delle donne. A oltre settant’anni dall’anniversario del suffragio femminile, il contributo delle donne alla storia della nostra democrazia è ancora poco conosciuto, l’albo raccoglie le biografie delle ventuno Madri costituenti che, assieme ai più celebri «Padri», hanno scritto la Costituzione.

Gelsomino nel paese dei bugiardi- G.Rodari

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Nel paese dei bugiardi il pane è inchiostro, il verde è rosso, i cani miagolano, i gatti abbaiano e la verità è bandita.

Gelsomino capita per caso in quello strano paese e ne rimane travolto e stravolto, ma non sopraffatto.

Per lui il pane è sempre stato pane e il vino è sempre stato vino…

Gelsomino reagisce, nel suo piccolo, e finalmente il pane torna ad essere pane e il vino torna ad essere vino e la verità riprende il suo legittimo posto.

Per tutti non solo per lui.

Un libro scritto nel 1959, ma di straordinaria attualità, da leggere e da gustare per riflettere e per pensare alla nostra vita di oggi.

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…e se le armi si trasformassero in torte?

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“La torta in cielo”, G.Rodari, Einaudi ragazzi 1993

Uno dei tanti messaggi pacifisti che G. Rodari elabora attraverso un lavoro a più mani tra lui e i bambini della maestra Maria Luisa Bigiaretti della scuola elementare Collodi della borgata del Trullo a Roma .

Rodari, con la sua torta gigante, mette in ridicolo tutti i problemi derivanti dalla politica del terrore, e la torta in cielo, nata per l’ incredibile errore di uno scienziato, si trasforma in qualcosa di talmente forte e potente da risolvere uno dei più grandi problemi nel mondo: la fame.

Una soluzione fantastica che ancora una volta nasce dalla potenza e dalla forza generatrice dell’ errore.

Educazione alla pace, libertà e giustizia, temi cari a Rodari, ma anche ai bambini, pacifisti per eccellenza: torte non bombe, giustizia e libertà non potere e ricchezza!

Cosa ancora di più attuale?

Immagine:Cinecittà-un anno di Rodari, La torta in cielo

La torta in cielo

o sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.
Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.
Sembrerà dapprima una nuvola,
che si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…
Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.
Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà” buona!”
certo dirà “squisita!”
Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,
ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
(e per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.
“meglio fare torte di cioccolato invece che costruire bombe nucleari…”

Quante cose fa la mamma! Forse troppe

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Gianni Rodari

Dal libro dei perché all’albo illustrato.

Erano gli anni cinquanta quando Rodari rispondeva nella sua rubrica su “L’Unità” ad un bambino che gli chiedeva perché la sua mamma dovesse andare sempre a lavorare.

La sua risposta sorprende e cambia, in poche battute, il volto della donna, disegnandone uno completamente nuovo, andando sicuramente controcorrente rispetto al suo tempo.

Ne esce un profilo di donna tutto nuovo; una donna bella forte e dignitosa; una donna, che sia mamma oppure no, che lavora e che lotta per lavorare in una società che non accetta e non approva.

La risposta di Rodari sorprende per la leggerezza del modo e per la grandezza del messaggio.

Con quella stessa leggerezza con cui abbatte stereotipi e combatte pregiudizi, immagina un nuovo futuro tra madri e figli, tra donna famiglia e società.

Forse, ancora oggi, a settant’anni di distanza, abbiamo ancora bisogno di immaginarlo quel futuro…

Buona festa delle mamma a tutte le mamme

“Il perché la mamma deve andare a lavorare” è diventato un albo, genialmente illustrato da una delle migliori illustratrici italiane di rilievo internazionale,  Chiara Carrer.

Perché la mia mamma deve andare a lavorare tutti i giorni, invece di restare a casa come piacerebbe a me e ai miei fratellini?

Ho un po’ idea che ti piacerebbe tanto se la mamma restasse sempre a casa a fare la domestica a te e ai tuoi fratellini, a lucidare le vostre scarpine, a lavare i vostri fazzolettini, e tanti altri eccetera, ecceterini. Non so che lavoro faccia la tua mamma ma sarà certo un lavoro utile: utile a voi (per i soldi che può guadagnare) e utile a tutta la società. E voi dovreste ammirarla ancora di piú, non soltanto perché è la vostra mamma, ma perché è una donna che lavora: una donna importante, e brava. Le scarpe le potete lucidare da soli, i fazzoletti li potete dare alla lavandaia, poi vi potete mettere alla finestra ad aspettare che la mamma torni per domandarle: «Che cos’hai fatto oggi? Parlaci del tuo lavoro e insegnaci a diventare bravi come te».

“La gonna Viola di Fede” Irma Borges

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“La gonna viola di Fede” è il libro vincitore della VII edizione del Premio di Letteratura per l’infanzia “Narrating equality”.

L’albo, magistralmente illustrato da Francesco Fagnani, offre occasioni importanti per parlare di stereotipi e libertà, di rispetto, forza e coraggio.

Fede è un bambino che adora giocare e mascherarsi: pirata, supereroe, cavaliere…

E ogni giorno Fede è qualcuno di diverso pronto ad esplorare il mondo con il sorriso sulle labbra.

Tutto bene, finché non decide di indossare una bellissima gonna viola che trova in fondo al suo baule.

A Fede piace davvero tanto e decide di indossarla.

Quando esce con la mamma, però, tutto bene non va più.

Con la sua gonna svolazzante canta e ride e viene immediatamente scambiato per una bambina.

Fede rimane ferito e deluso.

Piange, non capisce.

Perché una bambina? Lui è lo stesso di ieri…

Tra le lacrime di Fede, il papà comincia raccontare.

E racconta di posti lontani, dove, ancora oggi, gli uomini indossano comodissime gonne.

Anche la mamma comincia a raccontare.

E racconta storie di donne che hanno avuto il coraggio di cambiare e di indossare i pantaloni.

E Fede trova il coraggio.

Il coraggio di indossare la gonna viola e poi anche le calze.

Trova il coraggio di essere.

Di essere libero

 " aprì con forza la porta di casa con fare deciso, indossando la gonna viola".

Attività in classe

“La gonna viola di Fede”-scansione del libro per la Lim per una lettura condivisa e partecipata

Questa zebra non è un asino

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La storia narrata da Scaramuzzino è la storia di un’ amicizia.

Un’amicizia che nasce ai confini della Palestina in una terra devastata dai bombardamenti, ma che non si lascia travolgere e stravolgere dalla guerra.

Talal è un bambino di soli otto anni e dove vive lui mancano il cibo, l’acqua e le scuole.

Talal ha un’amica, Aidha, una zebra che vive allo zoo ed ogni giorno Talal va a trovarla.

É un’amicizia fatta di sguardi e attenzioni.

É una storia di cura tra Talal, la zebra e il vecchio guardiano dello zoo.

La loro amicizia si snoda tra le pause forzate imposte dalla guerra, ma che è più forte della guerra e va oltre la guerra.

É una storia di rinascita, perché di rinascere abbiamo bisogno tutti.

Anche e soprattutto dalle macerie.

Questa zebra non è un asino, Salani editore

“Questa zebra non è un asino”

La storia è ispirata ad un fatto realmente accaduto Gaza nel 2009 e che ha tanto colpito l’autore da farne un libro.

Dal libro è nato anche un bellissimo spettacolo teatrale di e con Giorgio Scaramuzzino, presentato anche all’ultima
edizione del Festival di Todi.

Una storia che si rivolge ai bambini, ma anche agli adulti per parlare di diritti, di pace e di solidarietà.

 Uno e sette, Gianni Rodari

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Una storia per parlare di uguaglianza e diversità, solidarietà e pace

Uno e sette”  racconta la storia di sette bambini.

Sette bambini diversi.

Diverse le nazionalità, diversi i nomi, diversi i papà.

Diversa la pelle, diversi i capelli e diversa la lingua.

Uno e sette, sette e uno perché “erano tutti lo stesso bambino e ridevano nella stessa lingua“.

Ieri sette bambini, un solo bambino

oggi sette uomini, un solo uomo

…e un solo uomo può forse farsi la guerra?

Uno e sette

Ho conosciuto un bambino che era sette bambini. Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere. Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili. Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un professore di violoncello.

Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica. Però abitava anche a Nuova York, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina. 

Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due: uno si chiamava Ciù, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l’ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l’imbianchino.

Paolo, Jean, Kurt, Juri, Jimmy, Ciù e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio.

Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino. Juri aveva la pelle bianca, Ciù la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in spagnolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino, e ridevano nella stessa lingua.

Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.
(da Favole al telefono, di Gianni Rodari)

Il libro dei perché-Gianni Rodari

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Prima ancora di imparare a parlare, l’uomo doveva avere nella testa un gran punto interrogativo   (Gianni Rodari )

“Il libro dei perché” – Rodari giornalista, poeta e narratore

Il libro nasce dalla fortunatissima rubrica curata da Gianni Rodari negli anni 50 su “L’Unità”.
Nella rubrica, dedicata ai piccoli lettori, Rodari rispondeva ai quesiti dei bambini.

Le risposte erano in prosa, ma Rodari non si limitava semplicemente a questo: nella sua mente, quesito e risposta, diventavano scintille creative per una nuova poesia in grado di portare il lettore ben oltre il quesito originario.

Attraverso le risposte date ai tanti perché, Rodari apre dunque nuovi e fantastici scenari in grado di trasformarsi a loro volta in qualcosa di diverso innescando meccanismi virtuosi generatori di costante cambiamento.

Perché dopo perché, la narrazione fantastica di Gianni Rodari ispira nuove, infinite possibili narrazioni i.

Leggendo le sue risposte, si ha dapprima la sensazione di percorrere una strada sconosciuta, ma simile a tante altre belle strade percorse, poi, andando avanti, la piccola strada, con una forza dirompente, apre grandi brecce e rompe schemi e barriere.

Razionalità, fantasia e poesia diventano gli elementi portanti di una nuova chiave di lettura rispetto a ciò che ci circonda; una nuova visione del mondo, vivace e ironico in grado di far riflettere e ammaliare piccoli e grandi lettori.

Le risposte di Rodari non sono né scientifiche e né fantastiche.

Sono semplicemente “altro” ; altro rispetto a qualsiasi risposta immaginabile o immaginata.

Proposte di attività per la classe:

I nani di Mantova-Gianni Rodari

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Una storia che parla di solidarietà e di diversità, di unione di intenti, di bene comune e di ottimismo; di quell’ottimismo che la buona volontà porta sempre con sé.

Una storia che parla di cambiamento verso un mondo migliore, dove davvero nessuno è “un nano”

“I nani di Mantova” è uno degli ultimi racconti pubblicati da Rodari, pochi mesi prima della sua scomparsa.

La storia racconta di un gruppo di nani che vivono in un piccolo appartamento costruito a loro misura all’interno del Palazzo Ducale della città: lì tutto è perfetto, o almeno sembra; tutto è in miniatura e alla loro portata.

Ma i nanetti sanno di essere lì solo per divertire e distrarre i duchi: non sono liberi di uscire, devono essere sempre pronti all’uso…

Giorno dopo giorno, cominciano a detestare la loro condizione sia di piccoli che di prigionia.

Sono tristi e infelici, ma non hanno il coraggio di ribellarsi. E continuano a divertire i duchi…

Un giorno però il duca costringe i nanetti ad una ulteriore umiliazione per rendere il suo divertimento ancora maggiore:

 "Oggi per dar nuovissimo 
spettacolo alla corte
si vuole qui vedere
chi di voi sia il più forte.

I nani sono costretti a combattere l’uno contro l’altro ed è allora e solo allora che decidono finalmente di fuggire.

La fuga li porta in giro alla scoperta del mondo e, piano piano, accade il miracolo: i nani scoprono che fuori dal palazzo la gente li rispetta e capiscono che possono fare esattamente come tutti gli altri e insieme a tutti gli altri.

Superano così le loro paure e iniziano a lavorare fra la gente: chi come pescatore, chi come ombrellaio, chi come sarta o panettiere.

Capitan Bombardo però li cerca, offre oro e zecchini a chi li scova, ma ormai tutto è cambiato: i nani hanno capito che a farli rimanere piccoli era la loro stessa incapacità di ribellarsi.

I nani non ebbero paura.In altezza erano rimasti com'erano, ma in cuore erano cresciuti. Tutti avevano un cuore da uomini coraggiosi.
E affrontarono senza tremare il capo delle guardie usando come armi gli strumenti di lavoro

I nani, con l’aiuto di molti amici, ebbero la meglio guadagnandosi la libertà e chiesero al temibile Capitan Bombardo di recapitare a tutti un gran messaggio:

Uniti pure i nani
diventano giganti

La famosa invasione degli orsi in Sicilia-Dino Buzzati

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“A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili”Dino Buzzati

La famosa invasione degli orsi in Sicilia è un romanzo scritto e illustrato da Dino Buzzati pubblicato a puntate sul Corriere dei Piccoli nel 1945 ; nello stesso anno viene pubblicato anche in volume in un’edizione completamente rivista.

Buzzati amava definirsi un disegnatore e poi uno scrittore; disegno e scrittura erano per lui inscindibili e, in effetti, sarebbe difficile pensare ad una modalità illustrativa diversa rispetto a quella da lui utilizzata nel romanzo.

I disegni, ricchi di particolari, minuti, complessi nella loro “semplicità”raccontano davvero molto, quanto le parole del testo e ancora altro, in modo diverso…

Il romanzo è una fiaba stupenda in cui si racconta della guerra tra il Granduca di Sicilia e Re Leonzio, sovrano degli orsi.

Una guerra in cui sono coinvolti personaggi fantastici come il sanguinario Gatto Mammone, gli spettri di Rocca Demona e i cinghiali volanti di Molfetta; una guerra in cui battaglia dopo battaglia, re Leonzio conquista il trono di una Sicilia un po’ sconosciuta, remotissima e fantastica.

Ma la sua vittoria non rappresenta certo la fine della storia, ma l’inizio di un’altra.

I leoni, fino ad allora uniti e leali tra di loro e in simbiosi con la natura che li circondava, iniziano piano piano a comportarsi come gli uomini.

Vizi e virtù umane diventano i vizi e le virtù degli orsi che iniziano così a perdere ciò che di più bello avevano: unità, lealtà e rispetto e cura

Per fortuna però, almeno per gli orsi, ci sarà un finale di redenzione e di ritorno all’originario stile di vita sociale fatto di rispetto reciproco e amore per la natura.

Il libro, ovviamente può essere letto in chiavi riflessive più o meno profonde, ma in qualsiasi modo venga letto, emergono la necessità di un cambiamento nel rapporto tra uomo e natura e tra uomo e uomo.

Un libro metaforico e quanto mai attuale, sicuramente da leggere.

La favola di Buzzati affronta infatti temi importanti e quanto mai attuali e cogenti come

-Il confronto tra natura e civiltà 

-la natura dell’uomo con i suoi vizi e le sue virtù

-la necessità di un cambiamento per ristabilire un equilibrio tra uomo e natura

-la guerra: né vinti né vincitori

Del fantastico romanzo è stato fatto anche un film di animazione con la regia di Lorenzo Mattotti; il film, sicuramente da vedere, è fedelissimo al testo originario.


“Dante e Giotto”

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La storia un po’ vera, un po’ romanzata, ma molto molto avventurosa di due amici geniali, Dante e Giotto.

P.Baccalario, “Dante e Giotto”, Il Battello a Vapore Editore

Di Dante e Giotto e della loro vita non si sa molto, non si conosce nemmeno l’esatta data di nascita, ma possiamo immaginare che si siano conosciuti e che siano stati amici; grandi amici.

Il libro propone un viaggio nella vita di Dante.

Un viaggio fatto di storia, quella vera, con tanto di guerra, cavalli e cavalieri.

Un viaggio fatto dei luoghi cari a Dante; Firenze, con la sua passeggiata sull’Arno e la verde campagna vicina…

Un viaggio indietro nel tempo, nel Medioevo alla scoperta di un diverso modo di vivere.

Un tempo in cui i cavalieri, a colazione, prima della battaglia, mangiavano pane sciapo e arrosto e bevevano vino rosso e in cui per sfidarsi a duello si lanciava un guanto; un tempo in cui le ragazze si sposavano a quindici anni e in cui ci si divertiva a giocare a palla, ma solo tra ragazzi perché per le ragazze era proibito; loro stavano solo in disparte a guardare.

Un viaggio lungo, ma non troppo, bello e divertente, che racconta la storia di una grande amicizia, quella con Giotto, e di un grande amore, quello per Beatrice.

Un’amicizia troncata e un amore perduto.

In un susseguirsi di flashback e flash-forward, si ripercorrono i momenti salienti della vita di Dante; quelli storici e quelli solo immaginati.

Sul filo dell’emozione che Baccalario tiene magistralmente tesi, i due grandi artisti superano la guerra e le incomprensioni e si ritrovano finalmente amici.

Come prima e più di prima.

Paesaggi perduti

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di Aina Bestard,Ippocampo edizioni

La storia della Terra è la storia più lunga e antica che si possa immaginare.

É una storia che ha circa 4,56 miliardi di anni.

L’albo propone un percorso affascinante attraverso la presentazione di paesaggi ormai perduti di ere ed epoche lontanissime.

Immaginare la Terra completamente coperta da vulcani in eruzione e poi completamente ghiacciata e poi ancora come popolata da straordinarie e gigantesche creature come i dinosauri, non è certo facile…

Una terra dove non c’erano gli animali e le piante che conosciamo…

Come immaginarla?

A destra la pagina trasparente sovrapponibile

L’albo propone una lunghissima striscia del tempo e, per ogni sezione della striscia del tempo, pagine trasparenti sovrapponibili permettono di compiere quello straordinario viaggio a ritroso alla ricerca dei paesaggi perduti, rendendo immaginabile una Terra tanto diversa…

L’albo può essere letto, sfogliato e gustato nei modi più diversi, fino alla proposta di attività guidate che permettono di ripercorrere in modo strutturato i passi della vita sulla Terra.

Tra pace e guerra: il dialogo

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Scaffale di classe

“Sei corvi”, Leo Lionni, Babalibri editore

La storia, scritta e illustrata a collage dallo stesso Lionni, affronta il difficile tema della guerra vista in tutta la sua futilità .

I sei corvi e un contadino si fanno guerra per il grano: i primi per prenderlo e il secondo per proteggerlo.

Corrono agli armamenti costruendo infernali macchinari: spaventapasseri sempre più spaventosi per spaventare gli uccelli e uccelli sempre più orribili da spaventare lo stesso spaventapasseri.

Presi dalla foga della guerra, corvi e e contadino, si dimenticano del grano; si dimenticano dello stesso motivo che li ha spinti ad iniziare la guerra.

E avrebbero continuare a guerreggiare se non fosse intervenuto il saggio gufo.

Perché non smettere di farsi la guerra e iniziare a parlare?

Perché non cercare un compromesso?

Un libro perfetto per i più piccoli e per i più grandi.

Un libro per riflettere sul conflitto, sulla pace e a ciò che sta in mezzo: il dialogo.

Una rima per ogni occasione-Bruno Tognolini

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LEZIONE POETICA DI BRUNO TOGNOLINI PER GENITORI, INSEGNANTI, STUDENTI, BIBLIOTECARI, LIBRAI, E VARIO POPOLO DEI LETTORI

“Poesia deriva dal verbo greco poièo, che significa “fare”.

 La poesia è “fare”, la poesia FA.

Fa ridere, piangere, capire, intuire, comprare, votare, pregare, innamorare, arrabbiare, sfocare la rabbia…”

In ogni sua forma, testuale, video, audio o musicale, ogni giorno, la poesia ci accompagna , ci sorregge e ci supporta …

Ci fa ridere, ci fa piangere, ci fa cantare o ci consola creando un momento di magica empatia non tra persone, ma tra qualcosa che fisicamente non c’è, ma che si sente forte e presente, ed è portatore di grande energia.

Le rime e le filastrocche per bambini (fantastiche per gli adulti) rappresentano un capitolo stupendo della poesia, che non è certo minore, ma al contrario talmente forte e potente da accompagnare ogni bambino ed ogni bambina nel suo personale percorso di crescita.

Ogni poesia ha il potere di parlare ad un numero infinito di bambini e bambine, ma in un modo davvero singolare: chi la legge e chi la ascolta la trova perfetta per sé, come scritta per appositamente per sé.

Ed è così che le filastrocche e le poesie affondano le loro radici e fanno crescere e germogliare emozioni e riflessioni.

E per dirla come G.Rodari, chi ha detto che per crescere e imparare non ci si possa divertire?

In questo sito si trovano approfondimenti e strumenti di lavoro , testi e immagini sulle scritture di trent’anni di Bruno Tognolini

Bruno Tognolini-poeta per bambini e per vecchi

Dallo scaffale di classe:

Attività in classe

In questi giorni capita, purtroppo, di non essere tutti insieme in classe e di trovarci un po’ qui e un po’ al di là di uno schermo.

Chi con qualche linea di febbre e chi in attesa di terminare la quarantena.

“Filastrocca della buona guarigione” di B.Tognolini accomuna tutti in un sentire comune e lo fa in un modo leggero e singolare.

La filastrocca può offrire al gruppo importanti spunti di riflessione, ma anche essere analizzata dal punto di vista poetico.

Giornata della memoria-Helga Welsova

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«Chi non l'ha visto con i propri occhi non sarà mai in grado di immaginarselo, e forse un giorno neanche noi riusciremo a capire come sia stato possibile vivere in queste condizioni» Helga Welsova

“Disegna ciò che vedi” è l’appello del padre di Helga alla risorsa immaginifica  del talento della propria figlia.

Ed Helga lo fa.

Helga disegna la dura realtà del ghetto di Terezín; disegna per vincere l’orrore e la paura. 

E scrive, scrive nel suo diario. Parole e immagini.

Graffi indelebili di memoria.

Il primo disegno, quello di un pupazzo di neve segna la fine della sua infanzia, da quel momento ritrae solo ciò che vede e che vive.

L’orrore della deportazione attraverso gli occhi di una bambina non è certo meno orribile, né velato…

Helga disegna da sola e, a differenza dei più noti disegni dei bambini di Terezin, ritrae con grande efficacia la tragica realtà del ghetto. 

I suoi disegni rappresentano ancora oggi una insostituibile testimonianza documentaria.

Helga Weissova nasce a Praga nel 1929, nello stesso anno di Anne Frank. 

Con i genitori, di origine ebraica, viene internata nel ghetto di Terezin poco dopo il suo dodicesimo compleanno. 

Rimane nel ghetto per quasi tre anni, poi viene deportata ad Auschwitz, Freiburg e Mauthausen dove viene liberata con la madre nel 1945. 

Dallo scaffale di classe:

Il diario di Helga Welsowa, Edizioni Einaudi

La stella di Andra e Tati-la Shoah per i ragazzi-film di animazione

La storia vera di Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle di 4 e 6 anni, che nel 1944 vennero deportate nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla madre, la nonna, la zia e il cuginetto. Le bambine si salvarono solo perché vennero erroneamente scambiate per gemelle…