Utilizzare il Metodo Caviardage® per dare voce a emozioni profonde che si originano non dalla pagina bianca, ma dalla pagina scritta.

Basta fermarsi, leggere e ascoltarsi; il resto viene da sé…

Dopo le vacanze il rientro a scuola è denso di emozioni; ricordi, esperienze da raccontare…

A volte parole e immagini, insieme alla gioia di ritrovarsi e rivedersi, si affollano a tal punto nella mente dei bambini che spesso non riescono a raccontare e a raccontarsi.

Perché allora non offrire la possibilità di dare parole e forma a questo intrico emozionale?

Con il metodo Caviardage la creatività prende vita e le possibilità di raccontarsi si moltiplicano in un caleidoscopio di cangianti possibilità.

Il metodo del Caviardage ideato da Tina Festa, dà voce alle proprie emozioni lasciando che siano le singole parole estrapolate da una pagina scritta a legarsi insieme e a parlare.

E sono proprio le emozioni quelle che ci indirizzano verso una parola piuttosto che verso un’altra e sono ancora le emozioni quelle che riescono a prendere forma attraverso parole già scritte da altri ma che, arricchite di nuovo senso e nuovo significato, si trasformano in qualcosa di assolutamente individuale e personale.

Una stessa pagina può infatti dare origine a infinite poesie: ogni poesia risponde in modo univoco ad uno stato d’animo, a un’emozione e a un sentire diverso da quello che genera qualsiasi altra poesia realizzata con le parole della stessa pagina.

Allo scopo possono essere utilizzate pagine di vecchi libri da macero, fumetti, articoli di giornali e riviste, ma anche testi in formato digitale.

La poesia nascosta emerge e, attraverso la contaminazione con tecniche diverse, assume forma, colore e potenza.

Le parole non utilizzate del testo possono essere annerite o colorate a formare un disegno dal quale emergono, come illuminate, le parole della poesia nascosta.

Attività in classe: cercare la poesia nascosta-il Caviardage

Mettere a disposizione dei bambini pagine scritte di diverso genere strappate da libri, riviste o fumetti destinati al riciclo.

Chiediamo ai bambini di osservare la pagina con attenzione: alcune parole stanno per chiamarli!

Bisogna fare attenzione, concentrarsi e ascoltare

Le parole che li chiameranno saranno proprio quelle giuste per dare voce ai loro pensieri e alle loro emozioni più profonde.

La scelta delle prime parole potrà essere fatta a matita: i percorsi possibili sono molti e, un po’ come ad un incrocio, non sarà facile scegliere quello migliore, quello che li porterà ad esprimere il proprio sé.

Solo una volta delineato il percorso, in un processo virtuoso che partendo dall’esterno echeggia verso l’interno e ritorna arricchito di nuovo senso verso l’esterno, i bambini potranno con sicurezza espressiva e creativa” illuminare”, passo dopo passo, parola dopo parola, il loro testo poetico.

La poesia realizzata sarà l’espressione più intima del proprio sé emotivo, quello che, da solo, forse, non avrebbe mai trovato la forza e la voce per “uscire” e non necessariamente le prime parole individuate, quelle che hanno indicato la via, saranno quelle che entreranno a far parte della poesia finale.

La pagina e le parole inutilizzate possono diventare disegno e colore e dare ulteriore voce emotiva ed espressiva al testo poetico stesso.

Con la tecnica del Caviardage è possibile anche mettere in luce le differenze che ci caratterizzano, e non solo quelle fisiche o caratteriali, ma anche quelle che fanno capo alla sfera emozionale del sentire, quella sfera più intima, e talvolta nascosta, di ognuno di noi.

Basterà di mettere a disposizione dei bambini e delle bambine una stessa pagina e chiedere loro di cercare la propria poesia nascosta.

Le poesie realizzate saranno tante e necessariamente tutte diverse; almeno una per ognuno di loro.

A fine mattinata può essere allestita una piccola mostra con le poesie realizzate.

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