Il Bonsai tra mito e realtà

Secondo una leggenda l’arte del bonsai sarebbe stata creata da un uomo dotato da un potere particolare, quello di miniaturizzare i paesaggi.

Le prime testimonianze storiche sono state rinvenute nella tomba di un nobile della dinastia Tang morto nel 705 d. C. ; un dipinto raffigurante due uomini che portano in mano un piccolo vaso con un maestoso albero racconta già molto dell’arte bonsai.

É intorno al 1000 d.C. però che l’arte si diffonde e prende forma differenziandosi in varie scuole, a seconda delle particolarità ricercate.

I primi esemplari di bonsai sono giunti in Europa alla fine del novecento unicamente come curiosità esotiche che trovavano via via sempre maggiore spazio all’interno dei momenti espositivi.

Il termine giapponese bonsai significa letteralmente pianta coltivata in una ciotola.

La coltivazione del bonsai è considerata una forma di meditazione in movimento.

Richiede infatti un’osservazione attiva, attenzione ai dettagli e un costante esercizio di pazienza per modellare l’albero alla perfezione; l’osservazione attiva, la pazienza e la cura contribuiscono alla reazione di un legame speciale tra pianta e uomo.

Un legame fatto di cura, meraviglia e stupore; un’emozione naturale e spontanea.

La sincera meraviglia che conserva chi crea i bonsai è quella stessa sincera meraviglia che i bambini provano per lo spettacolo della natura.

Attività in classe

Grazie alla collaborazione di un esperto, bambini e bambine hanno potuto avvicinarsi all’arte dei bonsai.

La storia della loro nascita, tra realtà e leggenda, e poi l’osservazione diretta delle piante hanno creato stupore e meraviglia; un sorta di magico humus su cui impiantare l’intera attività.

L’esperto ha presentato le piante una ad una indicandone le caratteristiche che le rendono uniche e irripetibili: una particolarità del tronco, una spiovenza particolare di un ramo o un gruppo di rami più forti rispetto ad altri…

Ha raccontato di come grazie all’arte bonsai ha potuto salvare moltissime piante prendendosene poi cura nel suo giardino.

Una storia di cura, appunto, cura, attenzione e stupore.

Non poteva certo mancare la parte pratica.

La classe è stata divisa in quattro gruppi; ogni gruppo aveva a disposizione una pianta da osservare, disegnare e immaginare come bonsai.

Quale parte metterne in risalto?

Quale la caratteristica che la rende speciale e riconoscibile rispetto a tutte le altre?

Un percorso di osservazione e analisi: rami più forti e rami più deboli.

Parti da togliere e parti da mettere in evidenza…

Con le forbici in mano, bambini e bambine, hanno proceduto a dare forma alle loro piante.

Successivamente, con appositi bastoncini, hanno ripulito le radici dalla terra, dai sassolini e da altre impurità; hanno poi ridotto e tagliato le radici per procedere con l’invaso e la messa a dimora .

Un’attività che non si conclude con la fine dell’esperienza, ma che, al contrario, proprio nella fine trova inizio un lungo percorso fatto di cure e attenzioni.

Spunti editoriali ed altro ancora

Bonsai: Stili, legature e potature

La coltivazione di un bonsai è un’arte antica. Questo affascinante mondo di alberi in miniatura richiede conoscenze sulle piante in generale e sulle tecniche di coltivazione specifiche per i bonsai…

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Penny ha 7 anni ed è alta 70 cm. Da qualche parte dentro di sé, lei sa di essere speciale, di essere un dono, ma non si sente all’altezza del mondo reale, perché è costretta a giustificare il suo aspetto, perché i compagni di classe la prendono in giro, perché vive in una realtà in cui “essere all’altezza” vuol dire anche riuscire a toccarla, senza bisogno di stare sulle punte. Ma essere all’altezza è davvero una questione di centimetri? Chiedetelo a un bonsai. Smetterete di vedere il mondo allo stesso modo. È una storia che parla di amicizia, del potere della gentilezza, del valore salvifico dell’immaginazione e soprattutto dell’amore per sé stessi, qualunque forma abbiamo e qualunque sia la nostra statura.